La Notte Bianca” prende il nome dal rito di morte del Peoples Temple ed accompagna i Lettori, attraverso un itinerario labirintico, nei meandri degli innumerevoli suicidi collettivi che costellano la Storia. In una originale prospettiva etnopsicoanalitica, Nesci analizza le dinamiche inconsce del rapporto tra il leader ed il suo gruppo, coniando le concettualizzazioni di leader placentare e gruppo sinciziale, in questo riprendendo, con assoluto rigore psicoanalitico, le intuizioni di Lloyd deMause sulla placenta come simbolo della leadership e di Eugenio Gaddini sul sincizio come metafora della perdità dell’individualità. Questi elementi si collocano in uno strato assolutamente profondo dello psichismo umano: il suicidio collettivo può essere così ricondotto al “proto-mentale”, all’inconscio puro della psicosi, drammaticamente collettivizzato.